0. Re-cycle
Re-cycle Italy può divenire l’occasione per costruire un nuovo sguardo sul territorio italiano, per realizzare un Viaggio in Italia che misuri l’ampiezza del cambiamento e le possibilità che esso apre. La ricerca non propone un approccio contingente, espressione della condizione di crisi che attraversa il nostro paese, anche se ne è, per sua natura, influenzata. È una riflessione più ampia sui processi di cambiamento: che osserva l’esaurimento, il sovrapporsi, la compresenza di diversi cicli di vita nella città e nel territorio provando ad inserire nuove ipotesi all’interno di questo movimento. Re-cycle Italy si occupa, per questo e indistintamente, di brown, grey e green fields.
Elemento di originalità della ricerca proposta è mettere al centro il concetto di ciclo di vita. Si ri-cicla ciò che è soggetto ad un ciclo di vita. Parti di città, oggetti, materiali. Come ho già scritto (Viganò P., Re-cycling Cities, in Re-cycle, a cura di Ciorra P., Marini s., Mondadori-Electa, Milano 2011), parlare della città come di qualcosa che può essere riciclato porta a considerarne modificazioni, ritmi, metamorfosi. Il tempo, nelle sue diverse forme, è al centro della riflessione. È il tempo che ci permette di misurare il cambiamento, il suo produrre modificazioni o trasformazioni radicali.
Il Viaggio in Italia è un dispositivo cognitivo: osserva inerzie, latenze e possibilità. È l’inerzia, scriveva Sartre, che ci consente di cogliere il cambiamento, ciò che resiste al fluire del tempo, che gli oppone resistenza e ciò che si adatta. Nell’idea di possibilità, situata nel presente, convergono il tempo passato e quello futuro: è la formulazione di ipotesi di mutamento. Se i processi di modificazione (variazioni, adattamenti puntuali e trasformazioni parziali) sono stati al centro della riflessione sull’architettura e sulla città alla metà degli anni ottanta (gli editoriali di Vittorio Gregotti e di Bernardo Secchi su Casabella di quegli anni ne sono le testimonianze più esplicite). L’ipotesi che guida la ricerca è che mutamenti più importanti abbiano inciso e incidano oggi il territorio italiano: che spazi noti siano già divenuti, o possano divenire, cose nuove.
La metamorfosi indica un cambiamento di stato, implica la presa in esame di oggetti di natura di diversa ed il passaggio da un’idea di modificazione all’attenzione ai cicli di vita segnala la distanza da un dibattito che di fronte ai primi segnali di trasformazione epocale (le grandi dismissioni industriali che hanno cambiato l’Europa e dato avvio ad una ristrutturazione profonda e non risolutiva del territorio europeo) ha cercato di stabilire linee di continuità con il passato moderno ed il suo progetto.
Oggi sono le idee stesse di modernità e di sviluppo ad essere sottoposte a critica e revisione. Se la trasformazione è radicale, osservare la città ed il territorio come deposito di molteplici cicli di vita rappresenta un primo passo per la costruzione di una teoria della città e del territorio come risorse rinnovabili. Che lo spazio urbano sia una risorsa è idea che oggi appare scontata, ma non lo è stata in ogni occasione e in ogni tempo; che la città e il territorio siano “risorse rinnovabili” richiede un ulteriore passaggio concettuale e la messa a punto di uno sguardo e di strumenti progettuali specifici. Riciclare città diventa allora una strategia fondamentale che attraversa scale e temi della questione urbana contemporanea: la crisi ambientale e i fenomeni estremi sempre più frequenti, la divaricazione progressiva tra ricchi e poveri, la mobilità forzata o negata che disegna nuove esclusioni (Secchi B., La nuova questione urbana: ambiente, mobilità e disuguaglianze sociali, in «CRIOS», n. 1, 2012).
1. Viaggio in Italia
Il Viaggio in Italia si occupa dei mutamenti avvenuti nel corso degli ultimi due decenni. È un viaggio-esperienza e non solo una collezione di dati, notizie, oggetti prodotti in modi disparati. Il tema, re-cycle, orienta lo sguardo. Il Viaggio ha molti precedenti che qui è il caso di richiamare solo brevemente: da Goethe a Guido Piovene, a Paolo Rumiz ed i suoi viaggi lungo le ferrovie marginali italiane, lungo il Po o alla scoperta dei “luoghi abbandonati d’Italia e dintorni” (Goethe J.W., Italienische Reise. Tra le traduzioni si veda ad esempio Viaggio in Italia 1786-1788, Rizzoli, Milano 1991; Rumiz P., Le dimore del vento – Un viaggio di Paolo Rumiz nei luoghi abbandonati d’Italia e dintorni, dvd diffuso con «la Repubblica», 2011; Piovene G., Viaggio in Italia, Mondadori, Milano 1957). Il viaggio di Piovene, raccontato nel corso di una serie di puntate radiofoniche delle quali sono andate perdute le registrazioni dirette, si svolge, come la ricerca PRIN, lungo tre anni: dal maggio del 1953 all’ottobre 1956.
Ognuno di questi viaggi propone un centro tematico differente. Piovene, ad esempio, si preoccupa di discernere lo stabile dal transitorio, accumula interviste, episodi, aneddoti; è criticato per la sua curiosità, per il carattere di inventario del suo procedere incrementale. Ma nella conclusione, scritta dopo aver percorso tutta l’Italia, dirà della necessità dell’inventario, degli episodi innumerevoli, dell’eccesso di dettagli non fondamentali per poter avanzare ipotesi più generali sull’Italia di quel momento, cercando di riconoscere alcuni elementi di stabilità.
Viaggio in Italia è anche il titolo del progetto curato da Luigi Ghirri nel 1984 che divenne il manifesto della “scuola italiana di paesaggio”. Alla fine degli anni settanta, scrive Roberta Valtorta che ha curato una riedizione della mostra nel 2012 alla triennale di Milano, Luigi Ghirri accompagnato da un gruppo importante di fotografi “concepisce uno straordinario progetto di ‘rifondazione’ dell’immagine del paesaggio italiano”. Individuazione di un centro tematico, occasione di rifondazione di un approccio, possibilità di costruzione di ipotesi generali: il Viaggio in Italia proposto da Re-cycle Italy si propone di esplorare lo spazio come serbatoio di possibilità.
Descrivere l’Italia
Al di là delle pur importanti suggestioni letterarie ed artistiche, il nostro esercizio si alimenta, prendendone le distanze, da alcune delle ricerche che hanno tentato nel passato, con mezzi e stili diversi, di costruire un punto di vista complessivo sul territorio italiano. L’ultimo grande sforzo di lettura dei fenomeni insediativi alla scala nazionale è la ricerca Itaten coordinata da Clementi, Dematteis, Palermo e pubblicata nel 1996 (Le forme del territorio, I. Temi e immagini del mutamento II. Ambienti insediativi e contesti locali, a cura di Clementi A., Dematteis G., Palermo P.C., Laterza, Bari 1996). Itaten mette al centro il formarsi di nuovi ambienti insediativi nelle diverse regioni italiane sottolineando le differenze più che l’uniformità. L’accento è sul mutamento di immagini (da immagini tradizionali a nuove immagini), sulle nuove morfologie sociali e insediative.
Diversamente dalle ricerche precedenti e richiamate nel primo tomo della pubblicazione (come la ricerca del CNR coordinata da Giorgio Fuà sulla diffusione urbana, oppure la ricerca It. Urb. diretta da Giovanni Astengo che propone un modello di indagine comune sullo stato dell’urbanizzazione in Italia), Itaten propone immagini delle differenze, tenute debolmente insieme dal riconoscimento di ambienti insediativi, categoria alla quale era demandato il ruolo di definire oggetti comparabili.
Negli studi coordinati da Giorgio Fuà (Orientamenti per la politica del territorio, a cura di Fuà G., Il Mulino, Bologna 1991) il processo di urbanizzazione non si limita solo alla concentrazione di popolazione ed attività verso le maggiori aree urbane, ma investe anche altre regioni, tipicamente l’Italia centrale, ove si dà uno “sviluppo senza fratture”. La ricerca It. Urb. 80 condotta per il CNR da Astengo e pubblicata nel 1990 mostra invece come un processo di urbanizzazione privo di progetto occupi il suolo in modi non razionali e non efficienti. L’ipotesi, e l’obiettivo, della ricerca coordinata da Fuà era mettere in luce che l’urbanizzazione era uscita dalla città; che un diverso sviluppo interessava e produceva nuove forme di urbanizzazione. Per Astengo queste forme erano innanzitutto fortemente consumatrici di suolo, ed era questo il pericolo e la contraddizione che la ricerca doveva rivelare attraverso una serie di campionamenti. Itaten, all’interno di queste dinamiche, mette in evidenza nuove formazioni in un territorio di differenze. Le categorie di “città diffusa” e “campagna urbanizzata” sono utilizzate solo come “metafore allusive”: la ricerca non riesce a chiarire (a detta degli stessi coordinatori), e nonostante l’attenzione per i temi e le forme del mutamento, le possibilità evolutive di ciascun territorio e dei diversi territori. Una più profonda comprensione e più estesa utilizzazione di queste fondamentali categorie interpretative come temi comuni avrebbe forse consentito di assumere in modi più chiari la grande mutazione in atto. La critica di Fuà all’idea di crescita come produzione e consumo di merci è oggi forse ancore più rilevante per attraversare l’Italia ed il suo riciclo.
A distanza di qualche decennio ed entro un quadro ormai distante, Re-cyle Italy e in particolare il Viaggio in Italia inteso come dispositivo cognitivo aperto a molteplici interpretazioni si propongono di indagare un processo di trasformazione e proporre un nuovo racconto: restituendo gli elementi essenziali del cambiamento avvenuto e di quello che potrebbe annunciarsi. Senza negare il tema della diversità e neppure quello del consumo di suolo che hanno ispirato le ricerche precedenti sul territorio italiano, Re-cycle Italy si occupa dell’aprirsi o dell’esaurirsi di cicli di vita, del passaggio del tempo, delle possibilità latenti nello spazio. Vorremmo provare a costruire un nuovo sguardo.