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Tutti questi esperimenti lavorano secondo un obiettivo centrale: attribuire agli interventi architettonici – anche quelli di riciclo – un sostanziale ruolo “relazionale” ovvero di ri-attivazione del sistema di relazioni interne agli spazi e ai tessuti urbani.
Dopo anni di riflessioni e interminabili osservazioni sul campo […] non abbiamo particolari dubbi nell’affermare che l’utopia più interessante e produttiva è proprio quella del riciclo.
Questi progetti agri-urbani definiscono bene la pratica pluridisciplinare dell’agriurbanistica: urbanisti, paesaggisti, architetti, agricoltori e agronomi ecologisti lavorano insieme.
Abbiamo proposto […] di fare il punto sulla questione, partendo dalla discussione di quattro coppie oppositive secondo le quali il concetto di riciclo può essere declinato e definito. Le coppie oppositive prescelte – cui sono dedicate le quattro sessioni del convegno – sono: etico/estetico, economico/ecologico, noto/innovativo, politico/autoriale.
[…] occorre ridefinire i termini di un’autorialità di forma differente, in grado di esercitarsi non solo sulle forme degli oggetti e degli spazi fisici, ma anche sulle forme dei dialoghi e dei processi decisionali […]
Assume dunque importanza fondamentale la capacità di comprendere in primo luogo il valore delle grandi “architetture ambientali” […] in quanto elementi primari del disegno territoriale di lunga permanenza e possibili catalizzatori di un progetto di riciclo in grado di rimettere in valore i sistemi ambientali del territorio.